Detenuto: deve essere negato il permesso per eventi culturali

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 45741/2019, depositata in data 11 novembre 2019, annulla definitivamente il provvedimento con cui il Magistrato di sorveglianza aveva accolto la richiesta presentata da un detenuto.

Il caso in esame trae origine dal permesso accordato, ai sensi dell’art. 30 Ord. pen., dal locale Magistrato di sorveglianza ad un detenuto,  in accoglimento della richiesta di poter uscire dall’istituto di pena per partecipare, sotto scorta, ad un evento culturale collettivo, organizzato dall’area trattamentale dell’istituto stesso. Il reclamo proposto dal Pubblico ministero avverso tale provvedimento, venne rigettato dal Tribunale di sorveglianza di Milano con ordinanza del 27.03.2019.  

Propose ricorso, avverso tale ordinanza, il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Milano, denunciando la violazione della legge penale, affermando che il permesso c.d. di necessità potrebbe essere concesso, secondo il ricorrente, solo nel caso di imminente pericolo di vita di un familiare, o per altri eventi familiari di particolare gravità, e la partecipazione ad un evento culturale, pur se inserita in ambito trattamentale, non rivestirebbe tali finalità, che sarebbero tassative. 

A tal proposito, afferma la Suprema Corte che per l’ottenimento del permesso di necessità devono sussistere i tre requisiti dell’eccezionalità della concessione, della particolare gravità dell’evento giustificativo e della correlazione dello stesso con la vita familiare, in modo che il relativo accertamento tenga conto dell’idoneità del fatto ad incidere nella vicenda umana del detenuto. L’impiego, dunque, del permesso di necessità per consentire al detenuto richiedente di partecipare ad iniziative facenti parte del percorso trattamentale, esula dall’ambito di applicazione dell’art. 30 Ord. pen. 

La Corte di Cassazione ha quindi annullato, senza rinvio, l’ordinanza impugnata, in accoglimento del ricorso del Procuratore generale.