La Commissione Ue alla Concorrenza ha espresso parere favorevole al Decreto crescita del governo italiano per il rimborso degli investitori raggirati da alcune banche e convinti ad acquistare prodotti finanziari pericolosi.
Nello specifico, il decreto prevede – tra le altre – una norma a favore dei risparmiatori coinvolti nelle recenti crisi bancarie con lo stanziamento di 1,5 miliardi che confluiranno nel relativo Fondo di indennizzo. L’ultima novità è l’innalzamento a 200mila euro del tetto dei beni mobiliari per i rimborsi diretti. Sarà inoltre lo stesso governo a dare corso agli indennizzi automatici per i risparmiatori che rientrano nel precedente parametro dei 100mila euro di patrimonio mobiliare, in modo da non perdere tempo.
L’accordo prevede la suddivisione della platea di risparmiatori in due categorie, a cui si rivolgono due tipologie distinte di cessione dell’indennizzo:
- i risparmiatori con reddito 2018 inferiore a 35.000 euro lordi o in possesso di un patrimonio mobiliare per un valore al di sotto del 100.000 (nel 2018) avranno accesso a rimborsi diretti;
- i risparmiatori restanti dovranno passare attraverso un arbitrato, anche se semplificato, in carico ad una commissione nominata dal ministero dell’Economia.
Le quote rimborsate saranno le seguenti:
- rimborso del 30% del capitale perso per gli azionisti fino a un massimo di 200.000 euro;
- rimborso del 95% del capitale perso per gli obbligazionisti.
Lo stanziamento di risorse per gli indennizzi previsti dalla Legge di Bilancio 2019 è di 525 milioni annui per il triennio 2019-2021 per tutti quei risparmiatori vittime della liquidazione forzata attuata da alcune banche in crisi nel periodo di tempo tra il 16 novembre 2015 e il 1° gennaio 2018.
Tuttavia la previsione di rimborsi automatici non significa minor tempo di attesa. Secondo fonti interne al Governo l’erogazione del rimborso ai risparmiatori potrebbe slittare nel 2020.
L’accordo ha quindi incontrato il parere favorevole dell’Unione e la Commissaria Ue per la concorrenza Margrethe Vestager si esprime sul punto: “non abbiamo tutti i dettagli del decreto bancario, posso dire che abbiamo lavorato bene con il Governo sulla scelta di avere un approccio duale. Da un lato, un rimborso per raggiro che sia automatico nel rispetto di condizioni che riguardano il reddito e il patrimonio della persona. Dall’altro, un rimborso caso per caso, con un tetto all’ammontare rimborsabile. Spetta alle autorità italiane verificare che il rimborso vada a persone effettivamente vittime di raggiro – e poi ha concluso – Sono a favore di compensare persone vittime di raggiro, anche se sarebbe molto meglio utilizzare il denaro delle banche, non dei contribuenti. Se la banca non ha il denaro o è stata chiusa, è legittimo che intervenga lo Stato”.