Governo: via al Decreto liquidità e rinvio delle udienze all’11 maggio

  • Categoria dell'articolo:Attualità
  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura

Con il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 sono state introdotte “Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali”.

È stata disposta, altresì, la proroga fino all’11 maggio del termine del rinvio d’ufficio delle udienze, come anche la sospensione del decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili e penali (indagini preliminari, adozione di provvedimenti giudiziari e deposito della loro motivazione, proposizione degli atti introduttivi del giudizio e dei procedimenti esecutivi, impugnazioni e, in genere, tutti i termini procedurali). Fino a tale data sono stati sospesi anche i termini per la notifica del ricorso in primo grado innanzi alle Commissioni tributarie.

Per quanto riguarda, invece, gli ambiti del credito, del sostegno alla liquidità, dell’esportazione, sono state disposte dallo Stato garanzie che ammontano a circa 200 miliardi di euro, che verranno concessi per il tramite della SACE Simest, del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, a favore di banche che eroghino finanziamenti alle imprese. Più in dettaglio, per l’importo del finanziamento richiesto, è prevista la copertura:

  • del 90% per le imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro;
  • dell’80% per imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro;
  • del 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi.

Inoltre:

  • l’importo della garanzia non potrà oltrepassare il 25% del fatturato del 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda;
  • per le piccole e medie imprese, anche individuali o partite Iva, sono riservati 30 miliardi e l’accesso alla garanzia rilasciata da SACE sarà gratuito, bensì subordinato a che le stesse abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo Centrale di Garanzia.

Il decreto ha potenziato il Fondo di Garanzia per le p.m.i., snellendone le procedure burocratiche per accedere alle garanzie, ed aumentandone:

  • la dotazione finanziaria,
  • la capacità di generare liquidità anche per le aziende fino a 499 dipendenti e i professionisti.

Il decreto ha introdotto un sistema di co-assicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di SACE sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il 10%, così liberando fino a ulteriori 200 miliardi di risorse da destinare al potenziamento dell’export, per permettere a SACE di fronteggiare la crescente richiesta di assicurare operazioni ritenute di interesse strategico per l’economia nazionale.

Infine, per quel che concerne le misure finalizzate a garantire la continuità delle imprese, con particolare riguardo a quelle che prima della crisi erano in equilibrio e presentavano una regolare prospettiva di continuità aziendale, si attuano:

  • in sede di redazione del bilancio in corso, valutando i criteri di prudenza e di continuità alla luce della situazione emergente dall’ultimo bilancio chiuso;
  • disattivando le cause di scioglimento societario per riduzione o perdita del capitale sociale.

Ulteriore misura è volta a favorire il coinvolgimento dei soci nell’accrescimento dei flussi di finanziamento verso la società, disattivando i meccanismi che in via ordinaria li pongono in secondo piano rispetto ai creditori. Altre misure riguardano la disciplina del fallimento per:

  • sottrarre le imprese all’apertura del fallimento e alle ulteriori procedure fondate sullo stato di insolvenza, sino a quando durerà l’emergenza;
  • sterilizzare il periodo dell’emergenza ai fini del calcolo delle azioni a tutela dei creditori.