Collare antiabbaio al cane: condannato il padrone

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Decisiva la constatazione che l’apparecchio funzionava in modo automatico, con scosse elettriche inflitte all’animale appena quest’ultimo provava ad abbaiare.

 

Condanna inevitabile per l’uomo che impone al suo cane un collare ‘no bark’, ossia un collare che infligge una scossa elettrica all’animale appena quest’ultimo comincia ad abbaiare.

Lo scenario della vicenda è la provincia di Treviso. A dare il ‘la’ all’avvio del procedimento giudiziario è l’operato di un agente di polizia giudiziaria, il quale ritrova un cane smarrito e nota che l’animale porta un collare antiabbaio, provvisto di due pioli di metallo che, a contatto diretto con il collo del quadrupede, emettono scosse elettriche ad ogni vibrazione delle corde vocali, con conseguente dolore, così di fatto impedendo al cane di abbaiare.

La testimonianza dell’agente è ritenuta decisiva dai giudici di merito, poiché egli ha potuto verificare che «quella funzionalità del collare era attiva al momento del controllo» e «rilevando il codice impresso sul collare (poi sottoposto a sequestro), ha acquisito il relativo manuale d’uso che confermava l’automatico funzionamento» dell’apparecchio. Quindi, secondo i giudici del Tribunale, la condanna del padrone del cane, l’uomo viene ritenuto colpevole di maltrattamenti ai danni dell’animale con conseguente sanzione.