Con l’entrata in vigore del cd. decreto “Milleproroghe” (art.11, comma 1-bis d.l. 25 luglio 2018, n. 91, convertito con la legge n. 108/2018) è possibile attivare la procedura per la richiesta di ristoro da parte dei risparmiatori che sono stati danneggiati a causa di investimenti effettuati presso banche poste in risoluzione a fine 2015 (Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti) ovvero in liquidazione coatta amministrativa nel giugno 2017 (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca). L’atteso indennizzo sarà erogato dalla Consob e il fondo dovrebbe diventare operativo, con l’emanazione del relativo decreto attuativo, dal 31 gennaio 2019.
Tuttavia, per venire incontro alle esigenze dei risparmiatori lesi il decreto Milleproroghe ha stanziato 25 milioni per il 2018, conferendo alla Consob la facoltà di avviare i primi risarcimenti già da ora. Il fondo, una volta operativo, rimborserà con priorità i danneggiati più bisognosi, cioè pensionati e i titolari di redditi annui inferiori ai 35.000 euro lordi. Nello specifico:
1) i correntisti che hanno perduto i propri risparmi negli ultimi anni acquistando azioni e obbligazioni delle banche venete in liquidazione coatta amministrativa da giugno 2017 e dei quattro istituti di credito in risoluzione da fine 2015 (cioè Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti);
2) i risparmiatori che hanno sottoscritto titoli emessi da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca tramite le loro rispettive controllate, Banca Nuova e Banca Apulia.
I soggetti beneficiari di cui ai punti sopra menzionati, possono accedere al Fondo se hanno già presentato ricorso all’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf) ed abbiano ottenuto, ovvero otterranno entro il 30 novembre prossimo, una decisione in loro favore. Possono accedere alla nuova procedura di ristoro predisposta dal Governo anche coloro che hanno già aderito alla offerta transattiva del 15% del capitale investito proposta dalle due Banche Venete nella prima parte del 2017, purchè sia stato presentato ricorso all’ACF ed sia già stata ottenuta una pronuncia favorevole (o la si otterrà entro il 30/11/2018). In tale ipotesi “Dall’ammontare della misura di ristoro sono in ogni caso dedotte le eventuali diverse forme di risarcimento, indennizzo o ristoro di cui i risparmiatori abbiano già’ beneficiato” (si ved. art.1, comma 1710, Legge di bilancio 2018).
La sorte di quei risparmiatori danneggiati che non hanno invece presentato reclamo alla Banca né il ricorso all’Arbitro per le controversie finanziarie, allo stato attuale non possono presentare ricorso. Infatti le Banche in questione, avendo perso l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, non sono più soggetti aderenti al sistema di risoluzione delle controversie. Tuttavia il recente “decreto Milleproroghe” – oltre ad aver previsto un iter transitorio per chi abbia già una decisione ACF o la avrà entro il 30 novembre prossimo – ha previsto, a regime, dai primi mesi dell’anno prossimo, la possibilità di sottoporre all’ACF un ricorso per ottenere una decisione favorevole e quindi il ristoro nella misura che sarà definita (attualmente il 30% con il tetto di 100.000 euro).