Il cyberbullismo è legge

Nella seduta del 17 maggio 2017, la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge n. 3139-B recante “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, già approvata con modifiche dal Senato lo scorso 31 gennaio 2017.

L’ordinamento si dota di una precisa definizione di cyberbullismo, inteso come qualsiasi “forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online (aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore) il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso o la messa in ridicolo”.

I minori che abbiano compiuto 14 anni (nonché ogni genitore o chi esercita la responsabilità sul minore) potranno chiedere al gestore del sito Internet o del social media l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato personale del minore diffuso online, senza che sia necessario che le condotte integrino le fattispecie ex art. 167 del codice della privacy (trattamento illecito di dati) o quelle contenute in altre norme incriminatrici.

La rimozione deve essere eseguita entro 48 ore dall’istanza.

La nuova legge richiede entro 30 giorni dall’entrata in vigore, un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, di cui faranno parte il garante per l’infanzia, diversi ministeri e le associazioni impegnate nella tutela dei diritti dei minori.

L’obiettivo è quello di redigere delle apposite linee di orientamento per la formazione specifica del personale scolastico, oltre che la promozione di un ruolo attivo degli studenti e misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti.

Ogni istituto scolastico dovrà infatti dotarsi di un docente “antibulli”, ossia un insegnante con funzioni di referente e coordinatore per tutte le iniziative poste in essere contro il cyberbullismo. Nello svolgimento di tale ruolo, il docente dovrà collaborare con forze di polizia, associazioni e centri di aggregazione giovanile territoriali nei casi di necessità.

Viene introdotta inoltre la procedura dell’ammonimento (analoga a quella dello stalking) ai minori di età superiore ai 14 anni che compiono atti di bullismo via web.

In tali casi, il questore convocherà il minore responsabile (accompagnato da almeno un genitore o d altra persona esercente la responsabilità genitoriale), ammonendolo oralmente e invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge. Questo finchè non sia stata presentata querela o denuncia (per i reati di diffamazione, minaccia, ecc.) commessi mediante internet.

La legge quindi, frutto della mediazione e dei ritocchi avvenuti in aula, rispetto a un testo che voleva estendere le norme anche ai maggiorenni, è destinata ai minori e più che vertere sulla repressione e l’applicazione di sanzioni, privilegia l’aspetto educativo e il ruolo della scuola e degli insegnanti come freno per tale fenomeno.