L’ex moglie non perde l’assegno anche se eredita una grossa somma

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L’ex moglie, nonostante l’eredità ricevuta, non perde l’assegno divorzile. Questo quanto affermato dalla Corte di Cassazione, sezione VI Civile, con ordinanza n. 506/2020. La vicenda traeva origine da un accordo, al quale erano pervenuti nel 1999 due coniugi, sulla base del quale avevano richiesto l’emissione di una sentenza di divorzio congiunto che prevedeva l’attribuzione alla donna di un assegno mensile di 550 euro. 

Successivamente, l’ex marito aveva proposto ricorso chiedendo al Tribunale di Padova la revoca dell’assegno in quanto, conseguentemente alla successione ereditaria paterna e al beneficio derivante dall’ assistenza alla madre con lei convivente, si era verificato un aumento del patrimonio e del reddito della donna.

Il Tribunale di Padova accoglieva parzialmente il ricorso, riducendo l’assegno a 350 euro.Proponeva dunque appello l’uomo. La Corte d’Appello di Venezia, però, respingeva la richiesta di revoca dell’assegno ritenendo che l’assenza di redditi da lavoro, l’età della donna, nonché la sua dedizione alla assistenza della madre, giustificassero la conferma della decisione di primo grado. 

Ricorreva per cassazione l’uomo, affermando la necessità di tenere in considerazione l’intervenuto cambiamento della giurisprudenza sui presupposti del riconoscimento dell’assegno divorzile, nonché l’omesso esame di un fatto decisivo, ossia che la donna era dipendente della madre come badante. Conseguentemente, proponeva controricorso l’ex moglie, contestando l’applicabilità della nuova giurisprudenza in materia di assegno divorzile. La controricorrente, poi, affermava di non aver mai ricevuto alcun compenso dalla madre. 

In conclusione, la Corte di Cassazione rigettava il ricorso proposto dall’uomo, ritenendo che la prospettazione di circostanze idonee a determinare il venir meno del diritto all’assegno fosse tuttavia limitata a quanto già valutato nel primo grado dal Tribunale di Padova che aveva, in relazione a tale valutazione, ridotto l’ammontare dell’assegno divorzile.Inoltre, la Suprema Corte affermava che la circostanza dell’assistenza prestata dalla donna alla madre fosse già stata presa in considerazione dai giudici del merito, i quali avevano infatti provveduto a ridurre notevolmente l’assegno divorzile fissato nel 1999. Impossibile, dunque, secondo i Giudici, ipotizzare una revoca totale del contributo in favore della ex moglie, non essendo quest’ultima autosufficiente sotto il punto di vista economico, dovendo badare alla madre ed avendo un’età avanzata.