Gloria madre fuori legge: il paradosso della giustizia

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La fine di un rapporto sentimentale in presenza di figli minori richiede di affrontare la delicata questione dell’affidamento della prole, di regola condiviso tra i genitori. Non mancano tuttavia situazioni in cui l’affidamento esclusivo possa ritenersi, invece, la soluzione migliore: è proprio il caso di Gloria, difesa in giudizio dallo Studio legale Parenti, che dal 2017 lotta affinché le venga giuridicamente riconosciuto il diritto di essere madre. In questi casi, il criterio fondamentale cui deve attenersi il giudice per l’affidamento dei minori è costituito dall’esclusivo interesse morale a materiale della prole, il quale impone di privilegiare la soluzione che appaia più idonea a ridurre al minimo i danni derivanti dalla disgregazione del nucleo familiare e ad assicurare il migliore sviluppo della personalità del minore.
La fattispecie in disamina – tutt’ora insoluta – ha suscitato l’interesse dei giornali e merita una trattazione privilegiata.

Nel maggio 2017 Gloria si rivolge all’Avv. Luigi Parenti per presentare ricorso per separazione giudiziale e chiedere l’affido esclusivo della prole, assegnata ai servizi sociali a causa del rapporto conflittuale e fortemente litigioso della coppia. Gloria contraeva le nozze nel 2007, tuttavia già nel 2011queste volgevano tragicamente al termine a fronte di episodi di violenza da parte del marito ed assoluta inadeguatezza di quest’ultimo al ruolo di genitore. Alla prima udienza, nell’ottobre 2017, il Tribunale “chiede ai servizi sociali un aggiornamento della condizione familiare in modo da poter procedere alla decisione, ma la richiesta non può essere soddisfatta: ‘per mancati contatti con le minori già dal 2015’, spiega l’avvocato Luigi Parenti”1.

È proprio questo il punto in cui si insinua il paradosso: è solo Gloria ad adempiere tutti gli oneri decisionali ed economici che il ruolo di madre comporta. Accompagna i figli a scuola, a fare sport, autorizza loro a partecipare alle gite, etc. occupandosi in toto di tutte le loro necessità, senza averne il diritto riconosciuto dalla legge e rischiando per contro conseguenze sul piano penale. A ciò si aggiunge che non solo all’ultima udienza l’ex marito/padre non ha preso parte, bensì che la sua ingiustificata assenza non ha colpito negativamente il giudice, lasciando inalterata la situazione di nebulosa aleatorietà in cui versa Gloria. Ebbene, ancora uno sforzo è stato speso da parte dello Studio legale Parenti affinchè venga dissipato il paradosso, invitando il tribunale ad adottare provvedimenti urgenti, senza ulteriori udienze. Se la storia di Gloria riflette la condizione di una macchina giudiziaria lenta ed inefficiente, l’interesse della prole, che assurge a parametro di discernimento, dovrebbe invece essere la spinta propulsiva ad un epilogo rapido e naturale della vicenda.

1 Cfr. Articolo pubblicato sulla testata giornalistica online Adnkronos e consultabile al link:
http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2018/10/05/sono-madre-non-per-legge-storia-gloria_L7KI2aI4wZG5tgeh0rtkwI.html?refresh_ce